Riceviamo e pubblichiamo:
È trascorso un po’ di tempo dall’8 giugno 2011, quando ho sentito per la prima volta questa divertente affermazione di se stessi: Giuliano Ferrara aveva riunito tutti i fedeli seguaci del Cavaliere per fare una festa al caro amico Silvio.
(fonte: Il Sole 24 Ore)
Lungi dall’essere ai suoi livelli, e per oboli ben più miseri, anche in questo paese esistono «I liberi servi» di. Di chi cerca di dominare ancora le scene da tempo abbandonate, dopo essere stato abbandonato dai suoi fedeli seguaci stufi dei visionari progetti hollywoodiani. Tanto innamorato di Saluggia – della quale è evidentemente un assiduo frequentatore – da accorgersi di cose che «anche i ciechi avrebbero notato» con quattro mesi di ritardo.
E così, su una pagina facebook saluggese – creata con l’alto fine di essere Utopia, la città ove «ognuno può liberamente esprimere le proprie idee» – il «libero servo» (sinonimo anch’egli di «ignoranza», quantomeno della lingua italiana) diffonde la parola del suo Mentore.
Tra un requiem per le «h» scomparse, un minuto di silenzio per gli accenti caduti e un po’ di fantasiosa sgrammatica, il libero servo ci rivela la parola del Mentore e svela misteri proibiti come «il Codice da Vinci nascosto tra le righe del bilancio comunale» e «Le agenzie pubblicitarie vendono pubblicità!»; con tanto di sorprendenti approfondimenti sul tema «Anche i familiari dei candidati comunali lavorano per vivere».
Tutto con buona pace di coloro che pagano le tasse e, conseguentemente, lo stipendio di Mentore, permettendogli l’aggiornamento del grande capitolo di «Mistero» saluggese ad uso e consumo dei Cittadini di Saluggia.
Francesco Barberis
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