Riceviamo e pubblichiamo.
Dopo controlli e ricontrolli, sciarpe e cappelli che si aggiungono ai giacconi già preparati l’allegra compagnia – le persone che vogliono trascorrere un pomeriggio in spensieratezza, – sono pronte per salire sui mezzi messi a disposizione: un pulmino dotato di pedana per il carico di carrozzelle (che permette la presenza della signora Carla che rivedrà la propria cittadina dopo alcune settimane di assenza …) e un automobile dove trovano posto occupanti più in gamba, ma anche Mario che da sei giorni, e precisamente da quando il direttore sanitario gli ha domandato se voleva partecipare al Carnevale, mi chiede se potrà salire sul pulmino. Non lo ho accontentato per il semplice fatto che lo voglio nella mia auto come un vero e proprio passeggero, così come le signore Lina, Mariuccia e Dorina.
Dopo un viaggio di circa venti minuti – trascorso tra un racconto di Mariuccia, i ricordi di Dorina, la voce di Lina che accompagna le canzoni di sottofondo trasmesse dalla radio – arriviamo a Santhià. Insieme ai nostri compagni della casa di riposo della cittadina veniamo accolti dai gentilissimi addetti alla sicurezza, primi fra tutti Sergio incaricato del Comune. Senza indugi ci indirizzano alla postazione assegnataci dal Sindaco della città: è una zona soleggiata, dove pile di sedie sono state preparate per fare accomodare le signore e i signori sprovvisti di carrozzina. Alle nostre spalle una ambulanza veglia insieme ai suoi volontari sulla nostra incolumità.
Mentre comodamente ci sistemiamo ai nostri posti, una numerosa folla è già pronta per ammirare i bellissimi carri carnevaleschi. Sono veramente commossa nel vedere quante persone si avvicinano a noi riconoscendo questa o quella persona, scambiando con loro parole di saluto e ricordi comuni. Intanto le accompagnatrici e gli accompagnatori sorvegliano su tutti scattando contemporaneamente foto ricordo e chiacchierando con tante persone amiche. Nel frattempo una cacofonia di suoni e musiche diverse rendono l’atmosfera allegra e spensierata tanto che Rina, quasi sospinta dalle note delle musiche, non può che lasciarsi travolgere e ballare, seguita dalla solerte Maria che, quale angelo custode, l’accompagna nei volteggi.
Poi comincia l’attesa sfilata dei carri allegorici, ognuno con le proprie caratteristiche che sono da tanto tempo quelle di trasportare – su carri trainati da trattori – grossi e famosi personaggi in cartapesta movimentati meccanicamente. Ogni carro è preceduto e seguito da gruppi in costume di giovani (ci sono perfino bimbi in costume su carrozzine travestite…) e meno giovani (ho visto un signore anziano cantare e ballare la “macarena” meglio di tanti ballerini…) che passano ballando e cantando.
Altro aspetto molto simpatico: da ogni gruppo di questi carri in sfilata uno o più componenti, passando davanti alla nostra postazione, lasciavano la loro fila per raggiungerci: o per inondarci di coriandoli, o per lanciare manciate di caramelle, o per fermarsi per una foto di gruppo. Nessuno ha mai dimenticato comunque anche solo di fare un semplice saluto a cui rispondevamo con un caloroso battimani corale.
Mentre le prime ombre raggiungevano la nostra postazione e gli ultimi carri ci passavano davanti, sempre grazie ai rappresentati del Comune, della Protezione Civile e dei Carabinieri, abbiamo potuto salire sui nostri mezzi di trasporto senza fare tanta strada. Ancora uno sguardo alle maschere, un ultimo saluto ai compagni del pomeriggio ed è già tempo di rientrare a “casa”.
Insieme ai colori e ai suoni di questo Carnevale rimane nel mio cuore il grande affetto che la gente di Santhià ha dimostrato nei confronti dei loro e nostri anziani.
Antonella Vomiero
direttrice delle Rsa di Santhià e Cigliano
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