CHIVASSO. Fu sottoscritta il 19 dicembre 1943 nello studio del geometra Pons. Rappresenta uno dei pilastri del pensiero autonomista e federalista.
Palazzo Tesio, storico edificio d’epoca barocca che s’affaccia sulla centralissima piazza d’Armi, è stato sede esattamente settanta anni fa, il 19 dicembre 1943, d’un evento d’importanza storica. Infatti fu qui che al termine di un convegno clandestino nello studio del geometra Edoardo Pons venne sottoscritta la dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine, nota come la “Carta di Chivasso”.
All’incontro parteciparono i referenti del Cln chivassese, Mario Viora e Augusto Matteoda, in rappresentanza delle Valli valdesi Osvaldo Coïsson, Gustavo Malan, i professori Mario Alberto Rollier e Giorgio Peyronel, ambedue docenti di Chimica (al Politecnico ed all’Università di Milano), il notaio Émile Chanoux e l’avvocato Ernest Page per la Valle d’Aosta. La “Carta di Chivasso” è ritenuta aver ispirato gli articoli 5 e 6 della Costituzione italiana ed inoltre costituire uno dei pilastri del moderno pensiero autonomista e federalista italiano ed europeo.
In occasione del 70° anniversario della firma del documento, per giovedì 19 sono state organizzate molteplici manifestazioni dal Comune con la collaborazione dell’Università della Terza età di Chivasso, della sezione locale dell’Anpi e con il sostegno della sezione chivassese del Cai, fra cui un incontro con le scuole superiori alle 10, dalle 15,45 con l’Università della terza età e la popolazione per la proiezione del documentario della Regione Piemonte sulla Carta di Chivasso e interventi sul tema, per chiudere alle 20.30 con la convocazione d’un Consiglio comunale straordinario, a cui hanno dato il loro patrocinio il Consiglio Regionale del Piemonte, quello della Valle d’Aosta e l’Anci.
Marco Vigna
Nella foto: la lapide sulla facciata di Palazzo Tesio – Chivasso
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