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Forno crematorio: la delibera di Consiglio è carta straccia?

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Forno crematorio: la delibera di Consiglio è carta straccia?

Nella recente determina della dirigente Patriarca si assegna l’incarico a un professionista esterno per l’assistenza al project financing, ma non si fa alcun riferimento alla mozione consiliare che impegna il Comune ad “evitare la costruzione dell’impianto”.

VERCELLI. All’Albo Pretorio del Comune è stata pubblicata nei giorni scorsi una determina del 20 gennaio con cui il direttore del Settore Opere pubbliche, Liliana Patriarca, affida un incarico (di 5.114 euro + Inps e Irap, per un totale di 6.367) al professionista Piergiuseppe A. Dezza di Alessandria per “attività di supporto al RUP relativa al project financing per la realizzazione di un tempio crematorio nel Cimitero di Billiemme”.
Nell’organico del Municipio, infatti, “considerati i carichi di lavoro e le specifiche professionalità presenti, nonché i carichi di lavoro derivanti dalle attività d’istituto e dai procedimenti in essere”, secondo Patriarca non c’è un funzionario che possa occuparsene. E allora “risulta necessario ricorrere ad una professionalità esterna che possa fornire supporto al RUP”.
Nella premessa della determina la dirigente fa riferimento alla proposta presentata dalla società AD Progetti di Ischia, nel 2014, per la realizzazione dell’opera in project financing, e alle delibere di Giunta del 2015 con cui, dopo alcune modifiche al progetto, “la proposta conseguentemente aggiornata è stata dichiarata di pubblico interesse”. E’ quindi “necessario procedere alla pubblicazione del bando previa predisposizione degli atti di gara”.
Nella determina, però, non c’è alcun riferimento alla delibera con cui il Consiglio comunale, il 28 aprile 2016, ha approvato un ordine del giorno che impegna l’Amministrazione ad “intraprendere tutte le strade possibili per evitare la costruzione di un nuovo impianto crematorio nel Comune di Vercelli”.
Forse la predisposizione degli atti di gara e la pubblicazione del bando di project financing servono agli uffici – coerentemente all’esplicita indicazione del Consiglio comunale – ad evitare la costruzione dell’impianto. O forse la prima cosa ad essere bruciata nel nuovo forno crematorio sarà la delibera con cui il Consiglio ha detto no all’impianto, affinché non ne resti più traccia.   (u.l.)

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