Il sindaco Vallino con i tecnici, i consiglieri e gli agricoltori intervenuti alla presentazione.
FONTANETTO PO. (s.b.) C’è uno stanziamento della Regione, ma copre solo le spese di progettazione.
I tecnici hanno concluso lo studio di fattibilità dello scolmatore, incarico affidato alla società torinese Hy.M., specializzata in ingegneria idraulica. Il documento è stato approvato dalla Giunta e presentato sabato sera all’auditorium dall’ingegner Massimo Bodo, il progettista.
La relazione tecnica è stata preceduta dall’introduzione del sindaco Riccardo Vallino e dal presidente del Consorzio irriguo Franco Rosso. Il sindaco ha ricordato che lo stanziamento regionale coprirà l’iter sono sino al progetto definitivo, l’esecutivo e l’avvio lavori non hanno copertura economica ed il Comune non può ovviamente far fronte ad una spesa di alcuni milioni di euro. Già in questa prima fase sono stati contattati gli agricoltori per rilevare insieme a loro le criticità che potevano essere incontrate nella realizzazione dello scolmatore. Rosso ha brevemente ripercorso i vent’anni di questa ipotesi, dapprima rigettata e presa in adeguata considerazione solo in un secondo momento. Una descrizione minuziosa quella di Bodo, di fronte ad un pubblico scarso ma sensibile ai possibili problemi collegati all’opera. Lo studio di fattibilità è il primo passo e di norma a questo livello l’analisi non è eccessivamente approfondita, invece per lo scolmatore è fin da subito stata posta attenzione ad alcuni elementi cruciali, primo fra tutti la falda che passa a poca profondità. L’idea che ha guidato il progettista è di utilizzare lo scolmatore come canale di irrigazione, drenando parte della portata delle rogge in caso di necessità, un passaggio d’acqua comunque anche per evitare spese manutentive dovute alla pulizia.
L’opera sarà utile anche a Trino e Palazzolo, per Fontanetto sono più d’una le rogge collegate allo scolmatore, prima fra tutte la Fonna per la sua portata d’acqua; sebbene il progetto nasca in relazione al reticolo idraulico interno, nei calcoli si è tenuto conto del ripetersi delle piene anche del Po. Il percorso incontra alcuni snodi particolari: risolto quello legato alla rete irrigua, che non verrà alterata o ridotta, il problema maggiore è far passare il canale sotto la ferrovia; la soluzione è un manufatto di cemento armato e l’installazione di martinetti idraulici. Lo scolmatore parte dalla Palude di San Genuario per arrivare al Po, 6 km che attraversano due provinciali per cui verranno installati due prefabbricati scatolati, una struttura quadrangolare su cui passa la strada e dentro le acque. Lungo il percorso saranno installati elementi elettrici di regolazione e controllo. Sarà effettuata anche la verifica d’impatto ambientale.
I tempi di attuazione risentiranno del bilancio regionale; i 10 milioni sono in realtà 6,9 per i lavori, un milione e mezzo circa di Iva, altrettanto per burocrazia e spese varie, la più curiosa parrebbe “oneri per rallentamento treni”. Dall’avvio dei lavori occorreranno un paio d’anni per realizzarlo perché si potrà lavorare da settembre a maggio per non intralciare l’irrigazione.
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