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FONTANETTO PO: “Donna, come ti chiami?” e “Le inquiete” all’auditorium Viotti per l’8 marzo

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FONTANETTO PO: “Donna, come ti chiami?” e “Le inquiete” all’auditorium Viotti per l’8 marzo
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Fontanetto Po. La rappresentazione con Debernardi e Brancato e la mostra di Alemanno.

Una Festa della donna all’insegna del teatro e dell’arte quella realizzata all’auditorium Viotti. Nel fine settimana ha ospitato le tre repliche di Donna, come ti chiami?, rappresentazione portata in scena da Marinella Debernardi e Luca Brancato con la regia e la drammaturgia di Giovanni Mongiano e la mostra di Maria Giulia Alemanno Le inquiete, curata da Massimo Olivetti.

In realtà le due manifestazioni artistiche non scorrono parallele, la Alemanno ha curato la scenografia dell’opera, sullo schermo passano, tra le altre, le immagini delle donne che ha tratteggiato e rifinito con poche, connotanti parole, una prosa che sa di poesia. Nel lavoro di Mongiano passano i versi della Szymborska, l’atto unico di Brecht, quello ispirato a Wesker e il resoconto cronachistico dell’assassinio della Politkovskaja, il gioco dei rimandi continua, degli alberi in scena si trovano le foglie nella mostra, un intreccio che avvolge lo spettatore/visitatore.

Poche parole di Mongiano introducono l’inaugurazione, avvenuta nella serata di venerdì; conoscendo i lavori della Alemanno ha proposto la mostra oltre alla collaborazione attiva in teatro. Il sindaco Riccardo Vallino ricorda che «quando abbiamo pensato alla gestione del teatro io pensavo a qualcosa a 360°, questo obiettivo è stato centrato con Mongiano ».

È partita dai ricordi personali la pittrice, che ha ricordato l’allestimento del Sogno di una notte di mezza estate con Mongiano e il professor Bosso; torna l’elemento del bosco, gli alberi cercati materialmente per metterli sul palcoscenico, «per le nostre avventure locali, fatte con poco, con meravigliosa sinergia». L’intreccio, sotterraneo, continua; ha quindi ringraziato gli attori «che stanno vivendo una mia creatura». Fra i ritratti le è particolarmente caro quello di Eleonora Duse, la grande attrice «che ha dato tutto al teatro e ad un uomo che non l’ha capita, D’Annunzio ». I volti, parvenze dell’anima, colpiscono per la loro semplicità che rende immediato il contatto con le persone che si vedono in essi, alcuni sono particolarmente eloquenti, si nota che Tina Modotti e Frida Kahlo toccano l’emotività profonda della pittrice, che evidenzia i loro caratteri forti, l’impegno che le contraddistingue. Come è forte la capacità della Debernardi di gestire il suo corpo, le parole ed il movimento sono un tutt’uno che forma i personaggi a cui da vita. Sono tutte donne, sulla tela e sul proscenio, chi recita e chi dipinge, lontane da pubblicità, carriera, moda e marketing, con problemi, passioni, pensieri. Assomigliano a noi.

Silvia Baratto

Nella foto: Maria Giulia Alemanno, il sindaco Riccardo Vallino e Giovanni Mongiano.

1 Commento

  1. MARIA GIULIA ALEMANNO 21:21, apr 07, 2014

    Grazie ad Umberto Lorini e a Silvia Baratto, sempre così attenti alla cultura del nostro territorio. Ce n’è un gran bisogno e Silvia, anche in occasione dell’8 marzo del Teatrolieve, ha saputo cogliere e diffondere il senso profondo del nostro messaggio.

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