
Chivasso. (e.r.) Un romeno di 37 anni è in fin di vita al Cto. I Carabinieri indagano.
Il boato si è sentito fino a qualche chilometro di distanza. Sono da poco passate le 17.30 di sabato. La gente in strada urla terrorizzata. Lo spostamento d’aria ha sradicato porte e finestre e mandato in frantumi le vetrate di un palazzo. Siamo in pieno centro a Chivasso, a due passi due dall’isola pedonale di via Torino e da piazza Carlo Noè. Sembra l’inferno. “Abbiamo pensato a una bomba”, dicono alcuni testimoni ancora terrorizzati. “Tremava tutto”, aggiungono altri.
Le telefonate al 115 dei vigili del fuoco non si contano. Il centralino è intasato nel giro di pochiminuti. L’esplosione al primo piano di una palazzina di due in via Caduti per la Libertà 44 è stata probabilmente causata da una fuga di gas. Il bilancio alla fine è di tre feriti, uno dei quali lotta tra la vita e la morte per le ustioni riportate nello scoppio. Nell’edificio, che conta sei appartamenti, al momento dello scoppio c’era solo Andone Portase, 37 anni, origini romene. E’ stato estratto dai vigili del fuoco dalle macerie del suo appartamento. Era in cucina, sdraiato e privo di sensi, coperto dai calcinacci. Il botto, partito dal suo appartamento, lo ha scaraventato da una parte all’altra dell’alloggio. Dai rilievi effettuati dai tecnici dei vigili del fuoco, avrebbe tentato il suicidio tranciando i tubi del gas sotto il lavandino della cucina. Andone Portase non ha però lasciato biglietti, nè messaggi che potessero spiegare un simile gesto. Inoltre, pochi istanti prima del botto, una pensionata avrebbe chiaramente visto l’uomo spalancare la finestra del suo alloggio, forse già saturo di gas: perché l’avrebbe fatto se avesse voluto togliersi la vita? Nonostante tutto, l’ipotesi del tentato suicidio resta la più plausibile. Dopo le prime cure del 118, è stato trasportato d’urgenza all’ospedale Cto di Torino. Ha ustioni del secondo e del terzo grado sul 90 per cento del corpo, oltre ad un braccio rotto: è ricoverato in prognosi riservata e la sua vita è appesa ad un filo.
Se la sono invece cavata con qualche taglio e un grande spavento i due coniugi Elena Acchiddu, 80 anni, e Armido Fenu, 84, residenti nell’edificio di fronte alla palazzina esplosa. La coppia era in casa quando l’onda d’urto ha fatto saltare i vetri e ha divelto le inferriate del loro appartamento. Sono stati portati al pronto soccorso di Chivasso e se la sono cavata con qualche escoriazione. Sul posto sono subito accorsi il 118, i carabinieri, la poliziamunicipale, i tecnici dell’azienda del gas e dell’Enel e vigili del fuoco, a lungo impegnati nella messa in sicurezza della palazzina. Ad aiutare nei soccorsi, anche il vicesindaco Massimo Corcione. “Stavo tornando a Chivasso, ero appena uscito dall’autostrada quando ho visto un fumo nero alzarsi sul centro città, così sono corso subito a vedere…”, dice. L’edificio, di proprietà di un noto commerciante di Chivasso, Gianni Provera, è ora inagibile ed è stato posto sotto sequestro. Sarà una inchiesta della procura di Ivrea, affidata al sostituto procuratore Lorenzo Boscagli, ad accertare le cause esatte dell’incidente e le eventuali responsabilità.
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