Nella foto: Una riunione del consiglio del Cisas.
Cigliano. (r.e.) Dopo le visite mediche presso la Società che ha preso in gestione la struttura non sono state ritenute idonee. il sindaco uscente Corgnati coinvolge il Cisas. Si cerca una mediazione per evitare di passare alle vie legali.
Sarà il Cisas, il Consorzio intercomunale per i servizi socioassistenziali, ad occuparsi della questione che riguarda quattro dipendenti della Rsa di Cigliano, la cui gestione dal 1° maggio scorso è passata ufficialmente alla Società Cooperativa Nuova Assistenza di Novara.
Dopo le visite mediche di routine a seguito della nuova organizzazione, infatti, quattro dipendenti del personale che lavorano nella struttura in vicolo Corbetta non sono state ritenute idonee a continuare a svolgere le mansioni previste dal contratto: la loro posizione è stata dunque temporaneamente congelata in attesa che si trovi una soluzione. Della questione si è discusso nei giorni scorsi in un incontro tra i rappresentanti di Nuova Assistenza, i Sindacati e il Comune di Cigliano: il sindaco Giovanni Corgnati ha preso subito in mano la trattativa visto che da sempre aveva posto come centrale la questione lavoro, tanto da strutturare il bando per la gestione con una premialità per chi avesse mantenuto lo status dei lavoratori.
«La questione è delicata e va trattata con massima attenzione perché parliamo della vita privata di quattro persone», spiega Corgnati; «Per questo ho chiesto al Cisas di prendere in carico la situazione e trovare il modo di ricollocare questi dipendenti ». Della situazione si è discusso durante un’Assemblea del Consorzio, che dovrà ora mediare per evitare che si passi alle vie legali, tutelando i lavoratori che vivono ore di grande preoccupazione. Moderatamente ottimista invece Corgnati, secondo cui ci sono tutti i margini per risolvere il problema. «Innanzitutto non credo che ci siano le motivazioni per il licenziamento, visto che queste persone erano considerate idonee fino a qualche settimana fa. Per questo sono fiducioso e continuerò nell’opera di mediazione. Sono convinto che il Cisas possa in tutta tranquillità trovare una nuova collocazione a queste lavoratrici, che vanno tutelati utilizzando tutti gli strumenti legislativi a disposizione». Ma al Cisas pare non ci sia la possibilità di prenderseli in carico.
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