L’autore vive e lavora a Vercelli, dopo aver frequentato l’università a Pavia
VERCELLI. Poche settimane fa Davide Rossi ha pubblicato il suo primo libro, intitolato E alla fine c’è la vita; l’autore esordiente ha deciso di ambientare il suo romanzo a Pavia, realtà che conosce molto bene perché la città lombarda lo ha accolto durante gli anni degli studi universitari. Davide spiega: «La storia che ho deciso di raccontare parla di quattro ragazzi alle prese con le incertezze e i problemi generati dal periodo post-adolescenza, i protagonisti del mio libro conducono una vita sregolata, fatta di eccessi e di abuso di droghe e alcol, il mio periodo universitario è stato molto diverso da quello dei personaggi che ho deciso di raccontare ma condivido con loro la paura del futuro».
Nelle pagine di E alla fine c’è la vita ci imbattiamo in quattro ragazzi affamati di vita: due studenti fuori sede, una studentessa Erasmus e uno studente pendolare. L’autore si identifica maggiormente con quest’ultimo poiché tutte le mattine partiva da Sant’Angelo Lomellina per raggiungere Pavia e seguire le lezioni.
Le vite dei quattro protagonisti del libro sono collegate tra loro. Nel corso del racconto ognuno di loro vivrà un‘esperienza che lo turberà a tal punto da portarlo a guardare in faccia il proprio passato e a prendere decisioni importanti, i giovani studenti passeranno dal periodo della spensieratezza a quello della consapevolezza. Anche la copertina del romanzo suggerisce malinconia ed incertezza: nell’immagine, opera del fotografo Andrea Savaresi, è raffigurato il Ponte Coperto, uno dei simboli di Pavia.
Davide Rossi attualmente vive e lavora a Vercelli, ormai il periodo in cui era uno studente universitario è solo un ricordo per lui ma non ha dimenticato la sensazione che si prova quando si pensa al futuro come ad un’incognita; nel suo libro ha voluto raccontare questa incertezza che accumuna molti giovani contemporanei.
Tra gli scrittori che hanno ispirato Davide Rossi nella stesura del suo romanzo ci sono sicuramente lo statunitense Bret Easton Ellis e l’italiano Alessandro Baricco. Davide è affascinato dallo stile Pop, inteso nell’accezione di Andy Warhol, la sua voglia di produrre cultura “di consumo” si evince anche dalla sua partecipazione alla stesura di sceneggiature tra cui quella del film Benvenuti a Casa Verdi, scritta a sei mani.
Se desiderate avere un assaggio del libro visitate il canale YouTube di Davide Rossi e troverete l’incipit di E alla fine c’è la vita letto da Valter Zanardi.
Sara Mazzola
[nella foto: Davide Rossi (a destra) con Matteo Grossi, sindaco di Sant’Angelo Lomellina]
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