Nella foto: Il tecnico comunale Mascara, la geologa De Vecchi e l’architetto Alifredi.
Crescentino. (s.b.) La seduta del 26 marzo: fra gli argomenti in discussione anche la difficoltà dei mezzi di soccorso di transitare in centro nei giorni di mercato. Intanto continua la “telenovela” dei passi carrai: la sindaca fa discutere il punto ma alla fine non lo si vota neanche stavolta.
Nel corso del Consiglio comunale del 26 marzo due punti sono stati prima discussi e poi ritirati dalla sindaca Marinella Venegoni. In apertura d’assemblea la sindaca ha chiesto di trattare prima gli ultimi due punti all’ordine del giorno, per consentire ai tecnici intervenuti appositamente di tornare a casa in orario accettabile; quindi è stato affrontato prima il punto 5, la proposta di modifica del Regolamento edilizio da parte dell’ufficio urbanistica in relazione agli ormai famosi passi carrai. Il responsabile Fabio Mascara ha letto il testo e poi si è accorto che non era l’ultima versione; come lui anche altri consiglieri non avevano lo scritto definitivo, ma quello in cui mancava giusto giusto il riferimento ai cancelli automatici. Per il consigliere Gian Maria Mosca non era possibile votare senza aver visionato la documentazione, e la sindaca ha concordato. Non tutti i consiglieri si sono dichiarati d’accordo, in particolare Riccardo Piolatto ha chiesto l’intervento del presidente Dario Gallo («abbiamo votato per cambiare l’ordine di discussione e non votiamo sul ritiro della delibera?»), ma Gallo ha avallato la decisione della Venegoni; cassata anche la proposta di Piolatto di inserire la frase mancante come emendamento e procedere comunque alla votazione.
I mezzi di soccorso al mercato
La situazione si è ripetuta all’ultimo punto, la messa in sicurezza del mercato. Il comandante della Polizia locale ha messo in evidenza la difficoltà di far passare un mezzo di soccorso nel mercato per la presenza di banchi anche negli angoli delle vie; la Regione, a cui è stata sottoposta la questione, ha risposto che il Consiglio avrebbe potuto dare incarico al sindaco di emettere un’ordinanza che stabilisca che i posti lasciati vuoti dal mancato rinnovo delle licenze vengano assegnati spostando i mercatali dagli angoli, anche in deroga ai settori, i quali sarebbero stati rimessi in ordine al termine degli spostamenti. Per Mosca «non è possibile emettere un’ordinanza che operi sul lungo periodo, o c’è l’urgenza per la sicurezza e allora li sposta tutti subito, o si va incontro a ricorsi perché gli ambulanti potrebbero non accettare gli spostamenti, ritenendoli arbitrari e lesivi». Alla considerazione della Venegoni che «l’indicazione arriva dalla Regione», Mosca ha ribattuto che è frutto del settore programmazione e territorio, non quello legale. Per il consigliere Carmine Speranza «se il mandato è del Consiglio la sindaca lo può fare perché l’assetto del mercato è deciso dal Consiglio». In merito a questa operazione il consigliere Pino Rotondo ha presentato il parere negativo del sindacato di categoria ed ha interrogato la maggioranza sulla mancata partecipazione di Crescentino al bando regionale sulla messa in sicurezza delle aree mercatali. In conclusione la sindaca ha ritirato il punto, non sentendosi di metterlo in votazione.
La Variante al Piano Regolatore
Il secondo punto “tecnico” consisteva nell’approvazione della proposta tecnica del progetto preliminare della Variante del Piano Regolatore. In pratica veniva ripreso il punto già trattato nella seduta precedente, quando era stata evidenziata la volontà di modificare la destinazione d’uso di un certo numero di terreni su richiesta dei proprietari, passandoli da edificabili ad agricoli, per ridurre i costi dell’Imu. La trattazione è stata lunga e meticolosa; hanno preso la parola Fabio Mascara, responsabile dell’urbanistica, la geologa De Vecchi e l’architetto Giovanni Alifredi, che con il collega Alessandro Fubini segue il Piano regolatore cittadino fin dal primo mandato della Venegoni. La direttrici lungo le quali si sono mossi i due progettisti sono state l’aspetto bioclimatico e il rapporto città-campagna; per il primo sono arrivati a esaminare i periodi di illuminazione solare e le direzioni dei venti nelle diverse stagioni per evitare di costruire case esposte a condizioni negative per gli abitanti. La nuova normativa, alla quale verrà fatto riferimento, prevede incontri preliminari con Regione e Provincia prima del passaggio in Consiglio; incontri in cui erano già state evidenziate delle criticità che hanno richiesto un lavoro approfondito della geologa in relazione al profilo idrogeologico a motivo dei precedenti alluvionali della città. La De Vecchi ha discusso le richieste regionali, ritenendo che fossero troppo particolareggiate (il calcolo di tutte le paratie poste nelle rogge…) e quindi necessitasse troppo tempo per evaderle. Mosca ha quindi obiettato che il cambio di procedura è servito solo ad accelerare i tempi e non a a dare maggiori garanzie, quindi era meglio se il consenso del Consiglio fosse stato rimandato a giugno. La Venegoni ha osservato che proprio lui aveva spinto per variare la destinazione d’uso dei terreni, ma il consigliere ha ritenuto una scelta politica passare a questa normativa, 60 giorni di differenza non avrebbero inciso molto sull’Imu. Per l’assessore Gianni Taverna era importante stabilire se con un rinvio i proprietari avrebbero potuto non fruire del cambio, Mascara ha spiegato che «nel momento in cui l’ufficio ragioneria chiede i dati, gli vengono passati come sono in quel momento». Preoccupazione della consigliera Magda Balboni per il terreno dell’Infermeria: «pur non volendo l’ente chiedere la variazione, sarebbe opportuno che il Comune lo esentasse», e preoccupazione anche per il periodo troppo breve di esposizione della proposta in attesa delle osservazioni dei cittadini, al che la sindaca ha affermato che resterà sul sito 30 giorni. Decisa dichiarazione di voto del consigliere Riccardo Piolatto, che rileva il tentativo di «fare bella figura» sui 60 giorni di Imu dopo un’attesa di cinque anni e l’applicazione della Tarsu retroattiva sui fabbricati rurali.
Il bilancio di previsione
La convocazione del Consiglio era stata chiesta dalla minoranza per avere maggiori spiegazioni in merito al bilancio poiché, ha osservato Mosca, le versioni del vicesindaco Massa e quelle del consigliere Allegranza, espresse nella seduta precedente, erano decisamente discrepanti. Per Massa la situazione è cambiata rispetto a febbraio, ci si è resi conto che la Iuc è «inapplicabile», non vi sono linee guida e quindi non si può redigere il bilancio. Questo porta il bilancio alla nuova scadenza di luglio, quindi alla prossima Amministrazione, fa slittare la Iuc e soprattutto la Tasi, per la quale molti aspetti sono ancora da chiarire. L’Imu, che fa parte della Iuc, potrà comunque essere pagata a giugno mentre si dipana la matassa sull’applicazione per la prima casa e i trasferimenti dello Stato, così si potrà stilare il bilancio e con la prima rata Imu di certo non vi sarà anticipo di cassa, che adesso conta 891 mila euro. Allegranza ha confermato le parole di Massa, specificando però che la scelta di far pagare la prima rata è della Giunta, che spera operi in questo senso anche per non affastellare troppe tasse da settembre a dicembre, un onere eccessivo per i contribuenti.
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