Crescentino. (b.l.) Numero legale raggiunto a fatica, Crescentino assente.
Con molta fatica (numero legale raggiunto in extremis: mancavano i rappresentanti dei Comuni di Crescentino, Verolengo, Rondissone, Brandizzo, Montanaro, Foglizzo, Monteu da Po, Casalborgone e Castagneto Po; Torrazza e Brusasco sono stati convocati telefonicamente all’ultimo momento dal presidente Mario Corsato), l’assemblea dei sindaci del Ciss ha approvato il bilancio preventivo 2014 del Consorzio. In precedenza era stata convocata una riunione informale, non deliberativa, nella quale erano stati analizzati problemi e situazioni dei Comuni che partecipano: alcuni non sono riusciti a versare le quote 2013 stabilite dall’accordo (31 euro per abitante), altri hanno maggiori esigenze. Complessivamente al Consorzio mancano 827 mila euro.
Crescentino è riuscita a tener fede agli impegni economici, confermati anche per l’anno in corso; spiega l’assessore Demetrio Malara, che fin dall’inizio della legislatura ha avuto mandato per seguire i lavori del Ciss, «verseremo la stessa somma, circa 250 mila euro, che sarà messa a bilancio; Crescentino, come gli altri Comuni grandi, ha sempre pagato».
Un momento importante sarà la prossima riunione, che si terrà a breve: l’economica, come viene chiamata, è la sede in cui vengono decisi gli stanziamenti per mantenere attivi i servizi. «Qui vedremo di capire cosa si può fare: è una spina nel fianco, la Regione ha ridotto drasticamente i contributi già lo scorso anno, il taglio è confermato anche per quello corrente. Tuttavia alcuni servizi sono obbligatori e comunque essenziali: il supporto all’handicap, l’assistenza agli anziani e i contributi economici». Sebbene questi sembrino la voce maggiore, in realtà non lo sono; «la liquidità è insufficiente rispetto alle cifre degli anni precedenti, i contributi economici sono importanti, ma non sono lo scopo del Ciss: sono i servizi che vanno mantenuti».
Per il 2014 Crescentino avrà di certo i servizi necessari, anzi qualcosa in più, infatti è stato dimostrato che dopo Chivasso è la città che ha il maggior disagio e quindi, avendo uniformato il metodo per la distribuzione degli aiuti, «si è visto che era necessario aumentare i contributi».
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