Oggi, giovedì 31 luglio, i lavoratori dello stabilimento Italcardano hanno manifestato per dimostrare il loro dissenso rispetto alle decisioni della dirigenza di aprire la procedura di mobilità per i 14 impiegati dichiarati esubero dalla sede centrale della Dana Spicer.
Nell’assemblea di mercoledì i lavoratori hanno deciso di iniziare la lotta, e le motivazioni sono esposte nel comunicato che annuncia il fermo degli impianti: “Per la difesa dell’occupazione, contro le dichiarazioni di esuberi ed i licenziamenti annunciati dall’azienda: i lavoratori dell’Italcardano invitano la dirigenza aziendale a riconsiderare i piani di riduzione del personale paventati. I lavoratori chiedono da subito un contratto di solidarietà come proposto dalla Rsu, che permetterebbe di assorbire tutti gli esuberi, di non indebolire la struttura e non perdere le professionalità presenti in azienda”.
I dirigenti avevano ufficializzato da poco gli esuberi, i sindacati avevano portato al tavolo delle trattative più proposte per riassorbire anche questa parte di lavoratori, tra i quali nessuno aveva accettato le “buonuscite” o comunque le condizioni agevolate per lasciare volontariamente il proprio posto. Le rappresentanze hanno quindi accolto come unilaterale la decisione di aprire la mobilità.
«Tutti i lavoratori – afferma Ivan Terranova (Fiom) a cui fanno eco gli altri sindacalisti presenti sul piazzale dello stabilimento fin dalla prima mattina – si sono dimostrati solidali con il ragionamento portato avanti nelle assemblee precedenti: qui si sta combattendo una battaglia contro la filosofia che sta prendendo piede, ribattendo alle imposizioni di una multinazionale per la quale vengono prima il bilancio e i numeri rispetto ai ragionamenti e alle azioni per rimettere in gioco l’azienda con investimenti. Riteniamo che, come alla Gammastamp e alla Cerutti, si possa intervenire con ammortizzatori sociali per gestire l’immediato, e avere il tempo per far ripartire il lavoro. Pare che in questo caso la decisione derivi dalla scelta della sede centrale in base alla proporzione tra lavoratori diretti e indiretti».
Portare produzione non sembra impossibile, guardando ad altre realtà della stessa Dana Spicer: «in altri stabilimenti, come in quello di Trento, hanno pagato un buon premio di produzione e non hanno problemi, lì si sono fatti investimenti adeguati». Qui è iniziata la lavorazione dei doppi giunti: è funzionale alla ripresa? «È poca cosa e molto specialistica».
«Per il futuro ci riserviamo diverse iniziative, magari anche davanti ai cancelli di altre sedi della società».
La partecipazione degli operai è netta, numerosi anche gli impiegati che stazionano con loro sul piazzale d’ingresso; qualcuno è entrato. L’agitazione non ha impedito l’ingresso ai camion dei rifornimenti, ma è certamente stato scelto un momento particolare per scendere in sciopero: infatti l’ultimo giorno del mese è quello delle consegne. La produzione ferma non consentirà probabilmente di chiudere gli ordini e di far partire i carichi.
Silvia Baratto
Nella foto: Sciopero Italcardano Crescentino 31 luglio 14
Aggiornamento delle ore 19
Nel corso della giornata non vi sono state aperture di dialogo tra le Rsu e l’azienda; il direttore dello stabilimento, l’ingegner Marco Monti, ha mantenuto la linea già decisa e i sindacati, in accordo col personale, hanno a loro volta deciso di proseguire lo sciopero anche nella giornata di domani, venerdì 1° agosto. La serrata della produzione sarà totale: infatti era già deciso che si sarebbero fermati gli addetti ai forni, a loro si aggiungono gli altri lavoratori. La consegna di fine mese slitta ancora, si deciderà cosa fare per lunedì. (s.b.)
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