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CRESCENTINO: Greppi: Se il centrodestra si presenta unito vinciamo noi

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CRESCENTINO. VERSO LE ELEZIONI COMUNALI – Il Pd: Tra noi assoluta convergenza di intenti e di programma. Alati: Sono molto impegnato nel partito, per la città ho già dato. Mosca: Ho una valigia straripante di idee.

Quale scenario si presenta in vista delle elezioni amministrative di primavera? Circolano le solite voci di corridoio, le illazioni e i pettegolezzi, ma chi potrebbero essere i protagonisti delle prossime amministrative, come candidati e nelle liste? Un primo nodo da sciogliere è da quanti membri saranno formate le liste; la normativa fi nora le aveva ridotte a 10 persone, ma è stata recentemente approvata dalla Camera l’innalzamento a 12, che deve però ancora passare in Senato. Resta la “quota rosa”, tre donne all’interno di ciascuna compagine.

C’è chi nutre poche speranze nel futuro politico della città, molto fumo e poco arrosto: non ha ancora pensato alla possibilità di una propria candidatura Fiorenzo Tasso, anche perché «sono appena stato rinominato in Finpiemonte, credo vi sia incompatibilità. È la sesta riconferma, non per vie politiche, ma per professionalità e scelta». Certo, «si può pensare di scendere quando quando i giochi sono fatti per scombussolarli»: giochi per porterebbero, a suo avviso, alla formazione di tre o quattro liste: «tanti non sono nemmeno capaci di fare le liste, sono in diffi coltà e lo sarebbero a governare, a trovare le risorse. Chiunque si presenti non è inserito nel sistema economico e politico, non vedo personaggi tali da fare un’inversione di tendenza, né in maggioranza né in minoranza. Vedo il declino della città: la grande risorsa Mossi & Ghisolfi non può dare più di 35/40 posti, non sostituirà i 1500 della Teksid, ed è in crisi anche l’Italcardano». Quello che invece vede è l’avanzare di giovani: Renzi, Alfano; «mi aspetto qualche giovane in grado di traghettare Crescentino; attualmente non ne conosco, ma magari qualcuno emerge. Il sistema è vecchio, anche i giovani sono ancorati al vecchio sistema, avere agevolazioni professionali facendo gli amministratori; gli elettori sceglieranno il meno peggio».

Sta riflettendo su una possibile candidatura il suo ex collega Giuseppe Arlotta: «ci sono ancora da valutare determinate cose, vedremo se ci saranno le condizioni. Resta sempre la tentazione dell’orto».

In via di formazione la lista del centrodestra: «Ci siamo incontrati – afferma il consigliere Fabrizio Greppi – e abbiamo invitato anche Riccardo Piolatto; cerchiamo di tenere il centro destra unito, l’importante è fare la lista, il resto si vedrà. Io sto lavorando per l’unità, è il primo passo. Le voci che si sentono in giro sono fuori da ogni verità». Già in calendario «un prossimo incontro; dobbiamo tenere insieme le due anime, se andiamo insieme non c’è storia, vinciamo noi». E il programma? «È importante, è un dovere farlo, con quello che possono fare i Comuni, totalmente vincolati… La disponibilità, la buona educazione, ricevere tutti: sono stato il sindaco più votato del dopoguerra, nel 2004 ho preso più di 400 voti, anche dal centro sinistra, voti alla persona e non al partito; i cittadini hanno riconosciuto capacità e presenza, non ho mai fatto distinzioni, ho sempre dato la mia disponibilità ». Resta l’incognita candidato: «io sono l’ultimo dei problemi, chi ritiene Greppi un problema è perché lo teme».

Il panorama giovane offre qualche nome all’interno del Partito Democratico, come Stefania Tomasoni, che alla domanda se si candiderà risponde: «non lo so dire, è prematuro. Mi occupo di politica da anni, anche se ne ho solo 25, adesso sono un membro attivo del direttivo del circolo Pd. Siamo allo stadio iniziale, stiamo discutendo il programma, non più in generale ma in dettaglio. La lista avrà sicuramente un candidato tra i giovani, sul nome non abbiamo ancora parlato; non se uno o un paio, daremo attenzione alla nuova classe dirigente». Un nome che potrebbe essere inserito nella lista del Pd è quello di Emanuele “Meme” Venaruzzo: «al momento non ho contatti con nessuno », dice; «prima di dare il mio appoggio è fondamentale sapere chi sarà il candidato sindaco»: è quindi una questione di stima e di scelta. Dagli incontri interlocutori che si sono svolti nel Pd tra direttivo, amministratori e iscritti «c’è assoluta convergenza di intenti e programma, nessuna divisione, al contrario di quanto dicono» afferma una nota della segreteria.

A sinistra il primo candidato di cui si era fatto il nome è stato Leo Alati: «in questo momento sono molto impegnato col lavoro e sono entrato nel Consiglio nazionale del Partito Socialista. Sono appena arrivato da due giorni a Roma, presto andrò a Bologna e a fi ne mese di nuovo a Roma. Sono sempre segretario del partito in provincia di Vercelli, sono in segreteria nazionale, non riesco a seguire più che tanto Crescentino. Mi auguro che emergano persone con entusiasmo e voglia di fare, a prescindere dall’età, anche se servirebbe un po’ di rinnovamento. La situazione è un po’ degradata, vi è distacco tra le istituzioni e i cittadini, anche con gli amministratori locali; un certo scollamento e i litigi si ripercuotono sui risultati. Crescentino non è tra le mie priorità, non partecipo alla vita politica, non ho il dono dell’ubiquità. Per la città ho già dato».

L’unico candidato certo è il consigliere Gian Maria Mosca, su cui si agitano gli spettri delle alleanze, per lo meno ascoltando le voci che percorrono i corridoi dei bene informati e che talvolta, come per Greppi, valgono giusto il fi ato di una smentita. Altre volte no. I dubbi li chiarirà presto Mosca stesso: «ho una valigia straripante di idee, a partire dal rilancio del centro storico ora in agonia; vedremo se e con chi potrò realizzarle».

Silvia Baratto

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