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CRESCENTINO: “Cooperazione imprenditoriale ed accesso al credito in risicoltura”

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CRESCENTINO: “Cooperazione imprenditoriale ed accesso al credito in risicoltura”

Crescentino. (s.b.) A Crescentino un incontro con i ricercatori universitari Vito Barone e Cinzia Mainini.

L’assessore crescentinese Nicoletta Ravarino ha organizzato un incontro, mercoledì 5 febbraio nella sala consiliare del Municipio, con Vito Barone e Cinzia Mainini sul tema “Cooperazione imprenditoriale ed accesso al credito in risicoltura: da sfida a opportunità”.

I due relatori, ricercatori presso l’Università del Piemonte Orientale, sono partiti da presupposti precisi: la coltura del riso, sebbene appaia predominante in questo territorio e sia di valore in Italia e in Europa, 53%, è irrisoria sul mercato mondiale, 0,4%. È anche soggetto ad una dicotomia di spessore, infatti da un lato è una produzione d’eccellenza e dall’altra vive momenti di preoccupante incertezza e di declino.

La posizione dei grandi produttori è sempre più rilevante, mentre qui si emerge essenzialmente la presenza di imprese familiari, sovente monocolturali, che tuttavia hanno una tradizione che andrebbe valorizzata per salvaguardare le competenze. Vengono colpite dal nuovo trend commerciale, dalla liberalizzazione degli scambi, dai nuovi mercati, mentre si riducono gli aiuti economici e normativi da parte dello Stato e degli enti pubblici. Per tutto il settore delle piccole e medie imprese è difficile accedere a linee di credito, più ancora per quello agricolo, comsiderato ad alto rischio ambientale, economico e tecnico, con rigidità di costi e variabilità di ricavi. Un piccolo spiraglio è la maggiore attenzione al prodotto di qualità, ma le banche richiedono garanzie che la maggior parte delle aziende agricole non sono in grado di presentare.

Le leve che potrebbero portare, secondo i due studiosi, al rilancio sono l’accesso alle risorse, le scelte tecnologiche e colturali, un migliore marketing e orientamento al mercato ed infine l’interazione ed il coordinamento tra coltivatori. Ancora poco numerose – la strada indicata anche dalla Comunità europea è l’aggregazione – cooperative, consorzi, associazioni e contratti di rete, ancora poco sviluppati, ma in crescita. Queste strutture organizzative consentono di accedere con minori difficoltà a contributi regionali o finanziamenti bancari, incentivando e spronando i coltivatori in questa direzione.

Numerosi gli spunti di confronto arrivati dai partecipanti all’incontro. Aggregarsi è un percorso già provato, che però, ribattono i relatori, adesso non è più un’opportunità ma una necessità. Le associazioni sindacali dovrebbero riuscire ad avere un maggior peso nelle trattative, si va anche a rivedere i contributi per l’agricoltura, nati per dare un reddito e non rischiare la diminuzione delle superfici coltivate, ma che adesso stanno subendo riduzioni e modifiche normative. Per i due giovani analisti le possibilità esistono, andare verso mercati più attenti alla qualità non solo del prodotto in generale, ma proprio del singolo riso, quindi dai ristoranti di alta cucina alle catene alberghiere alle mense, attente ormai all’aspetto nutrizionale, agli enti sanitari, che possono trovare in questo alimento una risorsa preziosa per chi presenta intolleranze alimentari. Il prodotto di nicchia insomma, di cui è stato chiesto di quantificare produzione e vendita, dati difficili da rilevare anche perché talvolta si segue un percorso che non è più quello commerciale ordinario, molto viaggia on line, nelle fiere e nei negozi che trattano alimenti particolari, dal biologico ai risi colorati.

Quale varietà coltivare diventa una scelta non più basata sui terreni o sull’abitudine; se molto riso arriva dall’estero e si immette nel canale italiano senza adeguata etichettatura, altro elemento contestato, vi è di contro un numero crescente di stranieri che chiede tipologie di prodotto specifiche, a cui era abituata nel Paese d’origine, richiesta che va ascoltata.

In conclusione, i relatori si sono dichiarati disponibili per ulteriori approfondimenti, tanto sul versante dei diversi tipi di cooperazioni agricole – delle quali non tacciono anche le difficoltà, come trovare l’equilibrio tra l’esigenza del singolo e la necessità del gruppo – quanto su quello dei possibili risvolti economico-finanziari.

Nella foto: I relatori, Vito Barone e Cinzia Mainini, con l’assessore Nicoletta Ravarino.

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