CRESCENTINO. (b.l.) Per evitare un’altra bocciatura da parte del Tribunale Amministrativo Regionale. Congedati i legali dello studio Monti: Venegoni torna ad affidarsi all’avvocato Scaparone.
L’ordinanza del Segretario comunale Lucia Piazza emessa lo scorso 23 luglio che imponeva alla società CH4 la chiusura della centrale a biomasse, e poi impugnata dalla CH4 stessa, è stata ritirata dal Comune martedì 21 gennaio, alla vigilia dell’udienza di merito presso il Tribunale Amministrativo Regionale. La vicenda aveva avuto avvio con l’ordinanza estiva a cui è prontamente seguita la richiesta di sospensione da parte dei titolari della CH4 Giovanni Barra e Marco Brizio: richiesta immediatamente accolta dal tribunale amministrativo.
Nella foto: La sindaca Marinella Venegoni e il Segretario comunale Lucia Piazza.
Nell’udienza dell’11 settembre i magistrati avevano stabilito che “ la misura adottata dal Comune di Crescentino con l’ordinanza n. 24/2013 (recante l’ordine di immediata sospensione delle attività di gestione e produzione dell’impianto di digestione anaerobica e lo spegnimento dell’impianto stesso) non sembra trovare adeguata giustificazione negli esiti degli accertamenti istruttori svolti da Arpa e Asl, i quali hanno sì evidenziato l’esistenza di un disagio per la popolazione residente nelle immediate vicinanze dell’impianto a causa delle emissioni odorigene provenienti dallo stesso, ma non di un pericolo concreto ed attuale per la salute pubblica, di modo che l’atto impugnato, oltre che non adeguatamente motivato, appare altresì sproporzionato rispetto allo specifico interesse pubblico che intende tutelare”.
L’udienza successiva, di merito, si sarebbe tenuta il 23 gennaio. In questo lasso di tempo la sindaca Marinella Venegoni, che ha seguito in prima persona la questione, e gli amministratori hanno riflettuto sul da farsi insieme agli avvocati dello studio Monti, Giorgio Razeto, Giuseppe Greppi e Massimo Conti. Pochi giorni prima dell’udienza al Tar i legali dello studio Monti sono stati ricusati e l’incarico è stato affidato all’avvocato Paolo Scaparone. Il legale torinese ha ritenuto opportuno il ritiro dell’ordinanza e l’apertura di un nuovo iter. Condivide la scelta l’assessore Gianni Taverna: «Quell’ordinanza non poteva reggere, l’avevo già detto che non sarebbe stata adeguata». Commenta il consigliere di minoranza Gian Maria Mosca: «L’avevo detto subito che quella era un’ordinanza ridicola, e avevo chiesto che la ritirassero per farne una con tutti i requisiti. Non mi hanno dato retta, hanno perso sei mesi e speso 15 mila euro per farsi dire le stesse cose». Ora l’Amministrazione comunale intende convocare Asl, Arpa e Provincia ad un “tavolo tecnico” per valutare «alla luce dei sopralluoghi, degli atti di Arpa e Asl, dell’installazione dell’impianto di abbattimento degli odori un maggior controllo e altre prescrizioni».
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