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Confartigianato: norma non applicata, tempi di pagamento sempre più lunghi

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Confartigianato: norma non applicata, tempi di pagamento sempre più lunghi

Dalla pubblica amministrazione e nelle transazioni tra privati.

Vercelli. (r.e.) La legge sui tempi di pagamento in vigore dal 1° gennaio 2013 stenta ad essere rispettata dai committenti pubblici e privati. Lo confermano le segnalazioni di artigiani e piccoli imprenditori all’Osservatorio attivato il 31 gennaio 2013 da Confartigianato e visibile sul sito della Confederazione (www.confartigianato.it). Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio di Confartigianato soltanto il 13,4% degli imprenditori rileva che i tempi di pagamento della Pubblica amministrazione si sono accorciati, mentre il 68,7% li considera invariati e il 17,9% segnala che si sono addirittura allungati. Il fenomeno dei ritardati pagamenti si è aggravato nelle transazioni commerciali tra privati, dove si concentra l’87,5% dei crediti insoluti a danno degli artigiani. Il 36,6% dei piccoli imprenditori dichiara che i tempi di pagamento dei privati si sono allungati, a fronte del 50% che non ha rilevato cambiamenti, mentre solo il 13,9 % segnala una diminuzione dei tempi per veder saldate le fatture.  Dall’Osservatorio emerge poi che oltre il 50 per cento dei debiti della Pubblica Amministrazione verso le piccole imprese è fatto da crediti di modesta entità, fino a 2000 euro, e soltanto il 3,6% dei crediti supera i 50 mila euro, a dimostrazione della complessità amministrativa e farraginosità delle procedure. Il dato cambia nei crediti verso altre imprese private: la quota di debiti fino a 2000 euro riguarda il 22,3% delle imprese creditrici, mentre i debiti fino a 50 mila euro riguarda il 25% degli imprenditori. «A otto mesi dall’entrata in vigore – ha sottolineato il direttore di Confartigianato Vercelli, Giuseppe Misia – l’applicazione delle nuove norme in Italia risulta ancora scarsa e, addirittura, il fenomeno dei crediti insoluti è peggiorato nei rapporti tra privati. Per quanto riguarda i debiti della Pa subiamo gli effetti di un sistema di regole e procedure, soprattutto per l’esigenza di tenere i conti pubblici sotto controllo, che ha frenato l’efficienza amministrativa dei processi di pagamento, fino a produrre debiti arretrati che superano la cifra di 91 miliardi». «Tra le cause dei debiti dei privati – ha aggiunto Misia – vi sono le inefficienze della giustizia civile, che rendono conveniente essere cattivi pagatori».

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