CIGLIANO. (m.v.) Il bilancio comunale preventivo del 2013 è stato approvato soltanto alla fine di novembre anziché al principio dell’anno a causa dei ritardi imposti dai continui cambiamenti legislativi, tanto che la stessa situazione si è riscontrata anche presso numerosissimi altri Comuni. L’aspetto che spicca maggiormente del bilancio annuale è che su di un totale complessivo di circa 3,5 milioni di euro si è potuto impegnare soltanto 192.500 euro per interventi d’investimento per funzioni e servizi. Questi ultimi sono stati così ripartiti: 12.500 euro per funzioni generali d’amministrazione, gestione, controllo; 110 mila euro per funzioni d’istruzione pubblica; 60 mila euro nel campo della viabilità e dei trasporti; 10 mila euro per lo sviluppo economico. Questa situazione di contrazione delle possibilità d’investimento si è determinata in seguito all’estensione del cosiddetto patto di stabilità a partire dal 2013 anche ai Comuni al di sotto dei 5000 abitanti, il che, come il sindaco Giovanni Corgnati non cessa di ripetere, ha impedito a Cigliano d’impiegare una cifra di quattro milioni di euro che ha in cassa. Anche all’ultimo Consiglio comunale Corgnati ha ricordato, riprendendo un elenco già enumerato in occasioni precedenti (il restauro del palazzo Carpeneto di Bagnasco, gli interventi di riqualificazione urbana in piazza Varese e piazza Cavour, in via Salussolia, in via IV novembre alla Mela Verde ecc.) che l’Amministrazione aveva predisposto una serie di progetti da realizzare, che non possono però essere integralmente portati a compimento, perché la normativa vigente non consente d’impiegare le risorse di cui Cigliano dispone. L’intento dell’Amministrazione, ha spiegato il sindaco, era sia di portare ad un’estesa riqualificazione urbana, sia di creare lavoro ed occupazione per i cittadini. In considerazione della situazione venutasi a creare al di fuori dalla volontà e dalle possibilità di decisione del Comune, il primo cittadino pensa che palazzo Carpeneto finirà con l’essere abbattuto, poiché la sua stabilità e sicurezza richiederebbero lavori di restauro, appunto da tempo programmati ma impediti dal patto di stabilità. Corgnati nei mesi precedenti, nel tentativo di trovare una soluzione, aveva anche scritto al prefetto di Vercelli e contattato la Soprintendenza per i beni Architettonici. Secondo l’idea espressa dal sindaco nell’ultimo Consiglio, l’Amministrazione comunale starebbe pensando d’abbattere il Carpeneto, giacché non lo può ristrutturare, per predisporre al suo posto un’area d’arredo urbana. La somma d’investimento che era stata a lungo assegnata in previsione del restauro di questo storico palazzo potrà invece essere impiegata per azzerare i debiti del Comune. Ciò permetterà un recupero di risorse, che dovrebbe consentire fra l’altro di riportare l’Imu sulla seconda casa nel 2014 all’aliquota del 7,60 per mille.
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