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Chiedere all’oste se il suo vino è buono

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Chiedere all’oste se il suo vino è buono

Rifunzionalizzazione delle piscine: l’audizione del progettista incaricato, Paolo Pettene, nell’aula del Consiglio comunale (ma non durante il Consiglio, che non si è svolto)

VERCELLI. «Abbiamo fatto nel migliore dei modi l’ingegnerizzazione dell’impianto deciso»: questo ha detto, stasera nell’aula del Consiglio comunale (ma non durante il Consiglio, che non si è svolto), l’architetto Paolo Pettene, incaricato di predisporre il progetto esecutivo della copertura della vasca esterna del Centro Nuoto di via Baratto.
Una procedura, quella seguita dal Comune, invero piuttosto bizzarra. Nei posti normali si fa prima lo studio di fattibilità, poi il progetto definitivo, poi quello esecutivo: a cascata. A Vercelli, invece, per quest’opera
– è stato prima (il 14 dicembre) affidato a Pettene, dalla dirigente Liliana Patriarca, l’incarico per la redazione del progetto esecutivo;
– poi (il 21 dicembre) la Giunta, “allo scopo di affinare il progetto e formulare più efficaci indicazioni al tecnico incaricato dell’attività di progettazione esecutiva”, ha preso atto del fatto che “è stata congiuntamente sviluppata tra l’ufficio tecnico e lo stesso professionista, una valutazione delle scelte di dettaglio”; “coerentemente, è stata elaborato quindi, con la consulenza specialistica del professionista incaricato della progettazione esecutiva, l’architetto Paolo Pettene, il progetto definitivo”; si noti: non l’ha deciso la Giunta, che ne prende atto a cose fatte, ma l’ufficio tecnico;
– infine (il 29 dicembre), rivisto con la consulenza di Pettene il progetto definitivo, lo stesso Pettene ha presentato il progetto esecutivo, che la Giunta ha subito approvato.
Chissà se è una prassi corrente quella secondo cui l’incaricato del progetto esecutivo va all’ufficio tecnico e fa rifare – mettendoci le mani – il progetto definitivo a cui egli stesso dovrebbe attenersi (cambiando i costi, oltretutto). Ma a Vercelli non ci si stupisce più di nulla.

Il principale difetto, però – come si dice – sta nel manico. L’ottimo Pettene ha voluto precisare ai consiglieri riuniti stasera che «non siamo entrati nel merito della scelta: il nostro studio si è mosso nell’ambito di un progetto che ha un confinamento ben preciso». Vale a dire: sindaco e Giunta hanno commissionato lo studio di fattibilità alla Coni Servizi, e quando l’hanno avuto sul tavolo hanno scelto il “Piano B” (anzi: la prima fase del Piano B), cioè la copertura della vasca esterna. A noi questo è stato chiesto di fare, e questo faremo nel migliore dei modi: con una struttura telescopica in legno lamellare, con una copertura in policarbonato alveolare, spogliatoi prefabbricati, eccetera. Insomma: signori, volete il vino rosso? L’oste dice che il vino rosso che vi porterà in tavola è buono, e non c’è motivo di dubitarne. Se gli si chiede il vino bianco, porta in tavola del bianco, altrettanto buono.
Ma se la seconda fase del Piano B – quello scelto dall’Amministrazione Forte – prevede la ristrutturazione della vasca coperta (già coperta, con una struttura fissa, ma attualmente inagibile) del Centro Nuoto, che senso ha coprire la vasca esterna con una struttura retraibile? Davvero a Vercelli servono, d’inverno, due vasche coperte da 25 metri, affiancate (entrambe a sei corsie, ed entrambe al Centro Nuoto) e, d’estate, due vasche scoperte (una al Centro Nuoto, a struttura costosamente retratta, e una all’ex Enal)? Ce n’è davvero bisogno? E quanto costerà – alle casse pubbliche, o a un eventuale privato che se l’accolli – la gestione di tutto ciò?
Di quali e quante piscine necessita Vercelli, e quale può essere un piano complessivo (quinquennale, decennale…) di ristrutturazioni e/o nuove realizzazioni condiviso da tutto il Consiglio comunale? Questo è il tema – usiamo una parola che a palazzo piace tanto – “strategico” di cui l’assemblea cittadina dovrebbe discutere: e che, anzi, secondo logica avrebbe dovuto discutere prima che gli uffici affidassero gli incarichi di fattibilità e progettazione.
E invece… sarà un problema di cui dovrà farsi carico, a posteriori, chi verrà dopo Maura Forte. E’ ormai chiaro che, in tema piscine, questa Amministrazione ha la vista corta: le interessa solo arrivare a fine consiliatura (ormai manca poco) con un impianto coperto funzionante, per poter dire «a Vercelli si può nuotare anche d’inverno». Della ristrutturazione della piscina coperta esistente (la seconda fase del Piano B) e degli altri impianti natatori cittadini si occuperà eventualmente qualcun altro. O, più probabilmente, a quel punto non se ne occuperà più nessuno, e per anni si continuerà, ad inizio e a fine estate, ad aprire e a chiudere la struttura telescopica dell’unica piscina utilizzabile.

Umberto Lorini
direttore@lagazzetta.info

[nella foto il progettista Paolo Pettene]

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