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Centrale CH4: cosa prevede l’ordinanza di Mascara

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Centrale CH4: cosa prevede l’ordinanza di Mascara
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Crescentino. (b.l.) Per “eliminare o limitare in maggior misura l’emissione diffusa di sostanze odorigene”. Si chiede alla Società di presentare “una proposta di soluzione tecnica che garantisca la chiusura del fronte delle trincee di stoccaggio della biomassa”.

L’ennesimo tentativo di limitare i disagi causati dalla centrale a biomasse della Società agricola CH4 in località Rabeto consiste nell’ordinanza emessa il 22 agosto dal responsabile dell’ufficio urbanistica, Fabio Mascara, intitolata “Individuazione di ulteriori interventi di miglioramento di carattere impiantistico e gestionale atti ad eliminare o limitare in maggior misura l’emissione diffusa di sostanze odorigene”.

Breve riassunto delle puntate precedenti (le ultime, quantomeno): a gennaio era stato convocato un tavolo tecnico a cui erano stati invitati gli enti interessati, Asl, Arpa, Parco del Po e Provincia, e la società CH4 che avrebbe dovuto presentare soluzioni tecniche adeguate alla risoluzione dei problemi causati dall’attività della centrale, a partire dagli odori. La nota di Arpa e Asl è pervenuta in municipio a giugno ed è stata girata a Giovanni Barra e Marco Brizio, responsabili della ditta, insieme alla richiesta di inviare al Comune i provvedimenti ritenuti utili per assecondare quanto evidenziato nella nota stessa.

La risposta della CH4 non è parsa adeguata e in vista della fine dell’estate, momento in cui le trincee dell’impianto verranno nuovamente riempite, il sindaco Fabrizio Greppi ha ritenuto necessario che il responsabile del settore urbanistica e ambiente mettesse a punto ed emanasse un’ordinanza.

Nello specifico vi sono una ventina di indicazioni. Innanzitutto un tecnico abilitato dovrà redigere un resoconto mensile che ponga in relazione la direzione del vento con le eventuali lamentele per gli odori; inoltre dovranno essere piantati altri alberi (“cortine arboree ed arbustive”) lungo i confini ovest e nord, in più rispetto a quanti già previsti. Particolare attenzione andrà prestata alle reti di raccolta dei colaticci, probabilmente la causa principale dell’odore: le canalette dovranno essere lavate prima di ogni insilaggio, quando vi è perdita liquida e comunque ogni 15 giorni.

Viene anche stabilita la percentuale di sostanza secca nella biomassa (fra il 31 e il 34%), che si procederà a pressare per limitare il passaggio di aria e quindi il processo di fermentazione, con il colmo bombato per favorire il defluire delle acque meteoriche; per gli ultimi 20 centimetri di biomassa è previsto un trattamento antimuffa. L’insilato dovrà essere coperto con un doppio telo: il primo, impermeabile all’ossigeno, a contatto con la biomassa, ed il secondo – più alto di almeno 50 cm rispetto ai setti delle trincee – di protezione dalle acque meteroriche; tutta la parte superiore sarà caricata con pesi per un’adeguata compressione.

I fronti delle trincee devono restare chiusi; verranno aperti solo per il carico e uno alla volta, anche se serve mescolare i materiali e non potrà essere aperto in caso di brutto tempo, vento o pioggia. Chiusa anche la tramoggia. La CH4 ha avanzato la proposta di posizionare un temporizzatore di apertura; i tecnici hanno approvato l’idea, dovrà essere realizzata entro fine ottobre.

I fari non vanno puntati sulle case, i rumori limitati, l’orario di movimentazione della biomassa nei giorni feriali va dalle 7 alle 21, nei festivi e prefestivi dalle 8 alle 20. L’impianto di trattamento degli odori va attivato da almeno un quarto d’ora prima della movimentazione ad almeno un’ora dopo il termine delle operazioni di carico; la cumarina, la sostanza impiegata nell’impianto, deve essere usata nelle quantità prescritte. A titolo di verifica sarà indicato su un apposito registro giornaliero delle operazioni di carico con relativi tempi; il registro andrà presentato mensilmente.

Viene infine reiterata alla Società CH4 la richiesta di consegnare, entro il prossimo 30 settembre, “una proposta di soluzione tecnica atta a garantire la chiusura del fronte delle trincee di stoccaggio della biomassa, limitandone l’apertura alla sola durata delle operazioni di asportazione del materiale per alimentare il digestore”: una soluzione “che sia al contempo efficace sia sotto il profilo di contenimento odori che al tempo stesso di facile manovrabilità e in sicurezza da parte dell’attuale unico operatore di impianto”. Appuntamento a fine mese, dunque.

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