Il Consiglio comunale affossa (è il caso di dire) definitivamente il tentativo di Giunta e uffici di mandare avanti l’iter per la costruzione di un forno crematorio al cimitero di Billiemme
VERCELLI (u.l.) – Che il Consiglio comunale fosse contrario alla costruzione di un impianto crematorio in città, era chiaro da un anno: nell’aprile 2016, infatti, l’assemblea aveva votato un ordine del giorno – primo firmatario Michelangelo Catricalà (M5S) – che impegnava l’Amministrazione ad “intraprendere tutte le strade possibili per evitare la costruzione di un nuovo impianto crematorio a Vercelli”. E nell’occasione l’assessore all’ambiente Remo Bassini aveva dichiarato, coram consilio: «ma chi l’ha detto che vogliamo costruire un impianto crematorio?». L’aveva detto – anzi, scritto – la Giunta, forse all’insaputa di Bassini, fin dal 2014, e l’aveva inserito nel piano triennale delle opere pubbliche 2015-2018. L’ha ricordato in aula l’assessore ai lavori pubblici Michele Cressano: peccato che Bassini non ci fosse (ultimamente ai Consigli non partecipa più) e non abbia sentito.
Niente forno, quindi? Eh, mica è così semplice. Il proponente – la società AD Progetti di Ischia -, forte del fatto che la Giunta Forte per ben due volte nel 2015 (delibere del 2 luglio e del 4 novembre) aveva dichiarato la proposta “di pubblico interesse”, ha continuato a sollecitare l’indizione della procedura di affidamento. Ha inviato al Comune una prima lettera di sollecito il 17 ottobre 2016, e una seconda – una vera e propria “diffida e messa in mora” – il 28 febbraio 2017, chiedendo al sindaco Forte, all’assessore Cressano, al segretario Pavia e alla dirigente Patriarca il rispetto degli accordi: «nell’ultimo incontro ci avete chiesto delle modifiche, e le abbiamo fatte, subordinate alla celere attivazione della procedura di affidamento della concessione»; ué, cumpà, i patti vanno rispettati.
Cos’hanno fatto allora gli uffici (e, nella fattispecie, il Settore Opere Pubbliche diretto da Liliana Patriarca)? Bel dilemma: applicare l’ordine del giorno approvato dal Consiglio – e quindi chiedere a sindaco e Giunta i provvedimenti necessari per poter archiviare tutto – oppure, facendo finta di nulla, dar corso al piano triennale – mai revocato né modificato – e mandare avanti la procedura? La seconda, ovviamente. Anche perché il proponente cominciava ad innervosirsi, lamentando che «la mancata indizione della procedura di affidamento rappresenta per noi un grave danno economico». E così, ai primi di marzo, ecco all’Albo Pretorio una determina di Patriarca che, per la modica cifra di 6367 euro, incarica un professionista esterno per “attività di supporto al RUP relativa al project financing per la realizzazione di un tempio crematorio nel Cimitero di Billiemme”. Che – come è chiaro anche a Bassini – non è proprio il massimo per “evitare la costruzione di un nuovo impianto crematorio a Vercelli”, anzi.
Catricalà, affiancato da un’altra decina di consiglieri di minoranza, ha allora presentato un’altra mozione per chiedere – senza se e senza ma – che “il Consiglio comunale dia formale indirizzo al sindaco e alla Giunta di revocare, come forma di autotutela, il percorso amministrativo inerente la costruzione del forno crematorio”.
La mozione è stata discussa stasera, nel corso di una seduta straordinaria del Consiglio appositamente convocata. Prevista per le 18.30, ma per quasi un’ora si sono susseguiti i conciliaboli nella maggioranza, consapevole di non avere i numeri per respingerla. A un certo punto, ancor prima che il Consiglio iniziasse, è cominciata a circolare – anche in rete: Guido Gabotto in municipio ha ottime talpe – una proposta di emendamento della maggioranza volta ad evitare la conta: questa.
A proporre di «sospendere la seduta per cinque minuti per esaminare un emendamento che potrebbe essere presentato» è stato Giordano Tosi, capogruppo del Partito Democratico, ma nemmeno i suoi l’hanno seguito: 13 favorevoli, 15 contrari. E allora si è andati al voto, «secondo coscienza» ha annunciato lo stesso Tosi, impossibilitato a tener unito il gruppo: 19 favorevoli alla mozione (tutta la minoranza più Maria Pia Massa e Giorgio Comella di Sinistra e Voce libera, Donatella Capra di Cambia Vercelli, e il povero Tosi), un’astenuta (Manuela Naso del Pd), 11 contrari.
Niente forno, quindi: l’ha sentito anche Liliana Patriarca, appoggiata allo stipite della porta vicino al banco della Giunta. Il problema, ora, è come dirlo agli ischitani.
[nella foto: l’assessore Michele Cressano e la dirigente comunale Liliana Patriarca]
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