Sono lieto di collaborare con questa rubrica che mi offre l’occasione di donare il mio contributo come operatore di zooantropologia a tutte le famiglie che hanno deciso di far crescere i loro bambini in compagnia di un cane. Per farlo è necessario intraprendere un viaggio nel mondo umano e animale e distinguere le peculiarità ed i bisogni delle due specie che hanno in comune il piacere di condividere l’affettività e la loro relazione.
La prima cosa che possiamo fare è cercare di analizzare l’atteggiamento che i bambini hanno nei confronti del cane. Essi percepiscono che l’animale è morfologicamente diverso da loro ma, per trasporto affettivo e crescendo insieme, lo considerano un compagno di giochi, un fratellino con cui condividere le proprie giornate e finiscono per paragonarlo ad un essere umano. L’antropomorfizzazione è la prima emergenza che dobbiamo cercare di risolvere. Possiamo spiegare ai bambini che il cane è come un mappamondo dove ci sono zone calde e zone fredde, le prime, come la testa, la coda e le zampe non vanno mai “invase” ma piuttosto trattate con cautela. Per esempio, il cane non gradisce essere abbracciato, Fido percepisce la stretta come una prova di forza, un tentativo di sfida e una volontà di imporre la supremazia, mentre per il bambino è un semplice gesto di affetto. Invece se insegniamo al bimbo che esistono delle differenze, grazie alla relazione con il cane, può imparare a riconoscere e accettare tutte le diversità e a non avere più paura di chi non è uguale a lui. Così la convivenza può diventare fonte di ricchezza e di crescita. Prendersi cura del suo amato quattro zampe è un’opportunità educativa per il bambino che appare più sensibile al mondo che lo circonda e ha l’occasione di sviluppare competenze di cura verso gli esseri più bisognosi.
L’idea può anche non dare risultati immediati ma è importante piantare un semino che prima o poi darà frutto. La zooantropologia ci suggerisce un approccio nuovo nei confronti degli animali, essi non sono un mero elemento passivo dell’interazione; l’uomo deve rivolgersi agli animali con uno spirito nuovo, riconoscendone l’individualità, le caratteristiche di specie e l’apporto che essi hanno donato alla cultura e all’evoluzione umana. Se facciamo uno sforzo in direzione degli animali possiamo creare un ponte di interscambio che ci conduce verso un’opportunità di crescita per entrambi.
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