TORINO. (r.a.) Giovedì 5 a Torino un convegno organizzato dalla Regione.
L’agricoltura, come è noto, è un’attività a forte impatto ambientale: viene prodotto quello che quotidianamente mangiamo in molti casi alterando pesantemente l’ambiente circostante. Proprio per questo negli ultimi anni si è data molta importanza all’adozione di pratiche agricole ecocompatibili con una erogazione dei fondi solo alle aziende che rispettano precisi vincoli in materia di ambiente e sicurezza alimentare.
La Regione Piemonte è in prima linea su questo fronte: nel 2009 il Psr (Programma di Sviluppo Rurale) è stato sottoposto a una profonda revisione per ristrutturarlo secondo i dettami del rispetto ambientale. Le sfide ambientali individuate vanno infatti dal contenimento dei cambiamenti climatici allo sviluppo delle energie rinnovabili, passando per la corretta gestione delle risorse idriche e la preservazione della biodiversità.
Proprio per parlare di questi temi, giovedì 5 dicembre si svolgerà a Torino il convegno “Agricoltura sostenibile, l’esperienza della Regione Piemonte tra passato, presente e futuro”. Organizzato dalla Regione, da Confagricoltura Piemonte e Accademia di agricoltura, il convegno si pone l’obiettivo di fare il punto della situazione sulla politica agricola regionale in vista delle priorità in materia ambientale. La normativa europea, il decreto legislativo 150/12 e il Piano d’Azione Nazionale (Pan) di prossima attuazione, infatti, convergono verso l’obiettivo di orientare le tecniche produttive ad un approccio integrato che consenta di svolgere l’attività agricola nel rispetto dell’ambiente e della salute del consumatore, pur garantendo un adeguato livello reddituale alle imprese.
Per il Piemonte si tratta di un’ulteriore tappa del percorso verso un’agricoltura sostenibile iniziato quarant’anni fa e che ha portato notevoli risultati in direzione della produzione a basso impatto ambientale. Per accompagnare le aziende nello sforzo di adeguamento tecnologico richiesto dall’agricoltura ecosostenibile, è stato creato, e progressivamente accresciuto negli anni, un sistema di servizi di sviluppo che oggi è sempre più difficile da mantenere, proprio mentre l’attuazione della direttiva richiederebbe un suo potenziamento.
Inoltre, alcune misure, che nell’attuale Psr sono a premio, potrebbero diventare obbligatorie per tutti gli agricoltori, rendendo necessario un diverso orientamento della futura programmazione agroalimentare. In tale contesto, da più parti viene segnalato il rischio che il Pan si riduca ad essere per le aziende agricole un ennesimo adempimento burocratico, privo di efficacia. Mettere, allora, a confronto i vari soggetti coinvolti a livello regionale nell’attuazione della Direttiva, affinché quest’ultima possa raggiungere con efficacia gli obiettivi posti dal legislatore, è proprio uno degli scopi del convegno.
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